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“Autori” del cambiamento: la Campagna “2018 PHC Now or Never” condivide la necessità di riformare per davvero le Cure Primarie

Cogliamo l’occasione offerta dall’articolo del Prof. Cavicchi del 19 Dicembre u.s. sul Piano Socio Sanitario Regionale della Regione Veneto per scrivere a questo giornale.

Siamo giovani Medici di Medicina Generale, firmatari e promotori della Campagna “2018 Primary Health Care Now or Never”, nata a Ferrara nel Novembre 2017 e lanciata a Bologna nel Febbraio 2018 da un gruppo di professionisti della salute che include Medici di Medicina Generale in attività e in formazione, Infermieri, Antropologi, Medici di Salute Pubblica, Studenti di Medicina, Assistenti Sociali, Assistenti Sanitari e Sociologi.

Il Prof. Cavicchi conclude il suo articolo con una domanda provocatoria:

“Possibile mai che, sia gli uni che gli altri, cioè le istituzioni e il sindacato, ancora non si siano resi conto che è arrivato il tempo di riformare ma per davvero?”

Se guardiamo, da un lato, le politiche sanitarie dell’ultimo decennio, ben descritte in un recente articolo del Prof. Maciocco[1] e, dall’altro, le posizioni conservatoristiche ripetutamente assunte dalle organizzazioni sindacali della Medicina Generale – in particolare quelle della FIMMG, riprese dal Prof. Cavicchi – allora non possiamo che condividere le posizioni espresse nell’articolo.

Come sostenitori della Campagna, condividiamo la necessità di una profonda riforma delle Cure Primarie. Da molti anni ormai la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale è messa a dura prova dai processi di transizione epidemiologica, demografica e sociale in atto. Il modello attuale, ospedalocentrico e maggiormente orientato alla gestione delle condizioni acute, si è dimostrato impreparato di fronte all’aumento progressivo delle cronicità e delle fragilità, scarsamente risolutivo nella gestione della complessità che emerge da tali condizioni e, soprattutto, inefficace nei programmi di prevenzione e promozione della salute, che ancora si focalizzano unicamente su fattori di rischio e stili di vita in assenza di strategie che tengano conto dei determinanti e delle determinazioni socio-economiche di salute. Il paradigma dominante di tipo biomedico e l’iperspecializzazione, non bilanciati da un’adeguata offerta assistenziale generalista orientata al modello biopsicosociale, producono un’elevata frammentazione degli itinerari di cura e la duplicazione di servizi e prestazioni ai quali non consegue necessariamente un miglioramento dello stato di salute[2]; al contempo, si assiste ad un grande consumo di risorse con elevato rischio di overmedicalizzazione.

Di fronte a queste riflessioni, il nostro gruppo ha quindi deciso di responsabilizzarsi ed organizzarsi intorno ad una domanda fondamentale:

E’ possibile, oggi in Italia, immaginare un SSN fondato sulle Cure Primarie orientato al territorio e alla comunità?

Evidenze consolidate[3],[4] sostengono la necessità di una profonda trasformazione dei sistemi assistenziali verso l’integrazione dei servizi socio-sanitari, la multiprofessionalità e il coinvolgimento attivo della comunità, come proposto in occasione della storica conferenza di Alma-Ata[5]. Questo paradigma trova espressione nella  Primary Health Care di tipo Comprehensive (C-PHC), concetto che è stato recentemente ribadito nella Dichiarazione di Astana[6].

A più di un anno dall’inizio della Campagna “2018 Primary Health Care Now or Never”, caratterizzata da eventi formativi/divulgativi in diverse città italiane, crediamo fortemente che un radicale cambio culturale e organizzativo nell’assistenza socio-sanitaria sia possibile e non più procrastinabile. Perchè ciò avvenga, riteniamo debbano realizzarsi le seguenti condizioni:

  • La volontà politica di mantenere un Servizio Sanitario Nazionale pubblico, equo, universalistico, nel pieno rispetto dell’Articolo 32 della nostra Costituzione.
  • Il cambio di paradigma, ovvero il superamento dell’attuale modello assistenziale a favore di un modello proattivo e finalizzato alla gestione longitudinale di tutte le dimensioni che influiscono sulla salute delle persone nel loro contesto familiare e di comunità, sviluppando Cure Primarie forti in tutti gli ambiti di cui questa si compone: promozione della salute, prevenzione, cura delle patologie acute e croniche, riabilitazione e palliazione.
  • L’evoluzione della formazione dei professionisti sanitari pre e post laurea. E’ indispensabile che la formazione degli operatori sanitari sia interprofessionale e si svolga non solo negli ospedali, ma anche nel setting delle Cure Primarie, così da garantire l’acquisizione delle competenze necessarie per costruire un’assistenza centrata sulle persone e sulla loro salute nel contesto in cui vivono. Il processo di formazione deve coinvolgere sia i professionisti in formazione che quelli già in servizio, diventando esso stesso motore di innovazione e favorendo così l’adeguamento dell’assistenza alle sfide poste dai cambiamenti del contesto.
  • L’evoluzione professionale e contrattuale della Medicina Generale nel contesto di una riforma delle Cure Primarie: I Medici di Medicina Generale costituiscono una categoria restia ai cambiamenti e la loro convenzione ormai da tempo è una delle criticità che impediscono lo sviluppo dell’SSN. Tuttavia, la necessaria evoluzione contrattuale non può che andare di pari passo con una nuova descrizione della professione e un diverso assetto culturale e organizzativo delle Cure Primarie che veda lavorare team multiprofessionali, costituiti da Medici di Medicina Generale e altri professionisti sanitari, in stretta collaborazione con i servizi sociali. In questa prospettiva non può essere più solamente il medico l’autore di cui parla il Prof. Cavicchi, ma un’intera équipe che si responsabilizza verso la salute di popolazioni localizzate in un contesto territoriale, mantenendo spazi di auto-governo e auto-organizzazione indispensabili per definire le migliori strategie, specifiche per i diversi contesti e atte al raggiungimento di obiettivi condivisi.

A fronte di un immobilismo complessivo da parte sia della Medicina Generale che della politica, le recenti iniziative riformiste intraprese dal Veneto e dalla Lombardia rappresentano un tentativo prevedibile di superare il blocco storico attuale e tuttavia ancora insufficiente, se non deleterio, per andare  oltre la semplice gestione della malattia e quindi per  agire efficacemente sulla salute delle persone e delle comunità. Le Cure Primarie non possono essere rinnovate attraverso la marginalizzazione dei Medici di Medicina Generale ma, al contrario, con una ridefinizione dei ruoli, della formazione e delle competenze che parta dagli stessi professionisti, misurando i risultati dell’attività clinico-assistenziale sulla base di obiettivi precedentemente discussi e stabiliti.

Il ricambio generazionale in atto è un’occasione da non perdere per superare le vecchie logiche e avviare una riflessione supportata dall’entusiasmo e dalla voglia di cambiamento delle nuove generazioni di Medici di Medicina Generale. Il fine comune deve essere quello di ristabilire un dialogo costruttivo tra professionisti, politica ed istituzioni su un piano che sia eticamente, culturalmente e deontologicamente superiore alla mera contrattazione sindacale.

Ribadiamo quindi l’urgenza di aprire un percorso di confronto e progettazione condivisa per gettare le basi delle Cure Primarie e del Servizio Sanitario Nazionale che verranno. Ci rendiamo disponibili al dialogo con tutte le realtà e gli attori interessati al cambiamento.

Elena Rubatto
Giorgio Sessa
Andrea Maurizzi
Gianluca Marini
Annalisa Napoli
Agostino Panajia

Campagna Italiana “2018 Primary Health Care: Now or Never” per un nuovo modello di Cure Primarie

Bibliografia

[1] Maciocco G. Lettera aperta al Ministro della salute Giulia Grillo. Saluteinternazionale.info 2018
[2] Plochg T, Klazinga N, Starfield B. Transforming medical professionalism to fit changing health needs. BMC Med. 2009
[3] T Hone, J Macinko, C Millett. Revisiting Alma-Ata: what is the role of primary health care in achieving the Sustainable Development Goals? Lancet, 392 (2018), pp. 1461-1472
[4] B Starfield, L Shi, J Macinko. Contribution of Primary Care to Health Systems and Health. The Milbank Quarterly, 83 (2005), pp. 457-502.
[5] WHO, UNICEF. Primary health care : report of the International Conference on Primary Health Care, Alma-Ata, USSR, 6-12 September 1978. Alma-Ata, USSR; 1978
[6] Declaration of Astana:Global conference on primary health care. Astana, Kazakhstan 25-26 October 2018. WHO and UNICEF, 2018

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