Nel novembre del 2017 un gruppo indipendente di professionisti del campo della salute, provenienti da tutta Italia, si riunisce per la prima volta a Ferrara per interrogarsi sui modelli esistenti di Cure Primarie e sul ruolo della Medicina Generale nel XXI secolo; da questo primo incontro nasce la Campagna “2018 Primary Health Care: Now or never” per avviare un percorso di riflessione e di (auto)formazione sui modelli assistenziali e sull’organizzazione dei servizi sociosanitari.
Dalla sua nascita i partecipanti della Campagna hanno fatto tappa nelle Case della Salute emiliano-romagnole e toscane, nelle Microaree triestine, in diversi eventi locali nei Corsi di Formazione regionali per Medici di Medicina Generale e tra gli specializzandi; queste esperienze hanno portato ad evidenziare come il contesto nazionale attuale sia caratterizzato da notevoli differenze regionali e che il cambiamento di paradigma verso un modello assistenziale integrato e comprensivo stia avvenendo lentamente. Una delle principali difficoltà al cambiamento è di tipo culturale. Il Servizio Sanitario attuale, infatti, è ancora caratterizzato da un “modello per acuti” in cui il luogo di cura è l’ospedale. Al contrario per affrontare le sfide attuali connesse all’aumento delle condizioni di cronicità e complessità è necessario un modello basato sulle Cure Primarie che metta al centro le persone e la loro Salute nei luoghi di vita, senza trascurare le determinazioni sociali, economiche e politiche.
Il quadro teorico di riferimento – come si evince anche dal nome stesso della Campagna – è quello della Primary Health Care di tipo comprehensive (C-PHC). La C-PHC può essere definita come una strategia, un approccio, un modello concettuale di organizzazione dei servizi sanitari: nata nel 1978 durante la Conferenza di Alma Ata e ribadita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel World Health Report del 2008 “Primary Health Care: Now more than ever”, la C-PHC promuove la costruzione di un modello assistenziale basato sulla centralità delle Cure Primarie, sulla multiprofessionalità, sul lavoro in equipe, sull’integrazione e comprensività dei servizi, sul coinvolgimento comunitario con una attenzione particolare all’equità.
A più di 40 anni dalla Dichiarazione di Alma Ata il potenziale della C-PHC resta per lo più incompiuto, nonostante siano oggi disponibili tutte le evidenze a favore del fatto che sistemi sanitari incentrati su modelli di Comprehensive Primary Health Care risultino più equi, più sostenibili e ottengano migliori risultati sanitari globali. Di fronte all’erosione progressiva dei sistemi sanitari universalistici diventa quindi indispensabile rimettere al centro del proprio lavoro i valori dell’equità e del diritto alla salute per tutti.
La Campagna nasce per sottolineare che il tempo è now or never (adesso o mai più) , e che è urgente questo cambio di prospettiva. Nasce per difendere il diritto alla salute come diritto umano fondamentale attraverso la lotta alle condizioni che producono disuguaglianze nell’accesso ad un sistema sanitario che deve essere universalistico, equo, pubblico e partecipato.
Durante il percorso, oltre alla conoscenza delle esperienze virtuose di PHC nazionali ed internazionali, durante gli eventi di Bologna e di Firenze il gruppo che sostiene la Campagna ha anche avuto l’occasione di approfondire la riforma portoghese delle Cure Primarie grazie all’incontro con professionisti sanitari lusitani. Il Portogallo, infatti, ha varato nel 2005 una riforma dei servizi di Cure Primarie in ottica C-PHC e il SNS (Sistema Nacional de Saude, il SSN portoghese) rappresenta ad oggi un esempio peculiare a livello internazionale di PHC matura rispetto al quale sono disponibili indicatori di valutazione e letteratura abbondante.
La riforma, varata in un’epoca precedente alla crisi economica globale, non è il frutto di una condizione di difficoltà o insostenibilità del sistema sanitario, ma piuttosto delle istanze etico-politiche e principalmente della volontà di fare evolvere il SNS in ottica equitativa, universale, multilivello, integrata, con un focus specifico su accessibilità, organizzazione, accoglienza nei servizi senza tralasciare la qualità delle cure, la soddisfazione di professionisti ed utenti ed il ruolo formativo del SNS rispetto ai suoi lavoratori ed ai futuri professionisti.
La riforma ha beneficiato di un importante contributo interno: il “Livro Azul – Um futuro para a Medicina de Familia em Portugal” (Libro Azzurro – Un futuro per la medicina di famiglia in Portogallo), ovvero quella che veniva definita l’utopia professionale dei Medici di Famiglia portoghesi. Scritto nel 1990, 15 anni prima della riforma, dall’Associazione Portoghese di Medicina Generale e Familiare (APMCG), il Libro Azzurro ha ispirato la via portoghese alla PHC, stimolando progetti di ricerca scientifica che hanno fornito i dati per migliorare e facilitare l’implementazione del nuovo modello di cure primarie, così come per sostenere il dibattito etico-politico nella comunità dei sanitari e nella società civile, coinvolgendo infine anche i partiti politici.
Il Livro Azul, dunque, rappresenta a buon titolo una strategia di successo bottom-up ed orizzontale, ampiamente condivisa, in grado di influenzare la ricerca scientifica, il dibattito comunitario e le scelte politiche.
Sulla scia di quanto appreso dal confronto con i colleghi portoghesi che hanno partecipato alla scrittura del Livro Azul e poi successivamente contribuito all’implementazione del nuovo modello di Cure Primarie, riteniamo che sia giunto il momento, now or never, di mettere nero su bianco la nostra proposta/“utopia professionale”.
Nell’immaginare un modello di Cure Primarie centrato sulla multiprofessionalità e sul lavoro d’équipe riteniamo sia indispensabile condividere le riflessioni e la scrittura di questo documento programmatico con quanti più professionisti del mondo sanitario e della società civile.
Per questo motivo, invitiamo chiunque sia interessato a partecipare alla costruzione del percorso di scrittura collettiva del Libro Azzurro – Futuro delle Cure Primarie in Italia, con l’ambizione di produrre una proposta politica di riforma delle Cure Primarie che guidi la riorganizzazione del Servizio Sanitario Nazionale.